23/02/2017

Che aria tira sul mercato azionario italiano?

AcomeA PMItalia ESG Che aria tira sul mercato azionario italiano?

Da inizio anno l’indice FTSE MIB ha registrato una performance negativa (-1,89%) in netto contrasto con gli altri listini mondiali. Ad incidere in misura maggiore sono stati i titoli del comparto bancario: Bper (-15,42%), Intesa Sanpaolo (-12,61%), Unicredit (-10,15%) e  Banca Mediolanum (-7,54%). Oltre all’incertezza politica determinata dagli eventi di fine 2016 e dai prossimi appuntamenti elettorali in Europa, a tenere banco sono le dichiarazioni emesse dalla Bce. Rimane a galla invece la questione dei crediti deteriorati (non-performing loans) in crescita da gennaio 2016 di quasi il 2%.

Tra i titoli che hanno fatto meglio si segnalano invece Ferrari (+13,11%), Ferragamo (+19,75%), STMicroelectronics(+32,59%).  

Riflettori puntati su Fiat Chrysler Automobiles (+23,49%), in netta ripresa dopo i rumors legati alle emissioni di alcuni motori diesel sul mercato americano, che festeggia un bilancio 2016 da record. L’utile netto è migliorato del 47% a 2,5 miliardi, battendo anche i target indicati dal costruttore. I ricavi netti, in linea con il 2015, sono stati pari a circa 111 miliardi, mentre l'indebitamento netto industriale è sceso a 4,6 miliardi.

Alla luce di queste evidenze, che andamento sta avendo il nostro fondo AcomeA Italia?

Il fondo AcomeA Italia si è contraddistinto con una performance positiva del 4,04% da inizio 2017, battendo il benchmark (-1,62%).

Rendimenti del fondo azionario AcomeA Italia a confronto con il benchmark.

Quali sono stati i fattori determinanti di questo parziale risultato?

Lo abbiamo chiesto al gestore Giacomo Tilotta:

Un contributo significativo è stato fornito dalle società a piccola e media capitalizzazione (small e mid cap) che hanno un peso rilevante nella composizione del fondo. Le valutazioni particolarmente attraenti unite alla solidità dei fondamentali hanno permesso il recupero delle società che presentavano quotazioni particolarmente sacrificate rispetto al loro potenziale di crescita. Inoltre, particolarmente positiva è stata l’introduzione dei PIR (Piani individuali di risparmio), che ha contribuito a dare maggiore visibilità alle società non presenti all’interno del FTSEMIB40. Nonostante tale recupero, manteniamo la nostra esposizione al comparto, limitandoci a ridurre l'esposizione verso quei titoli i cui prezzi incorporano la maggior parte del potenziale di crescita.”