19/01/2017

Cosa accadrà a Fiat Chrysler?

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Dopo l'accelerazione dell'ultimo mese in risposta al miglioramento dei dati di vendita e al consenso sulle scelte strategiche, il prezzo delle azioni Fiat Chrysler ha perso parte del terreno guadagnato per l'annuncio di infrazione da parte dell'EPA, l'ente americano preposto alla tutela dell'ambiente.
Poiché l'infrazione riguarda il "software" che controlla le emissioni di alcuni motori "diesel", il mercato ha subito conteggiato il danno potenziale corrispondente al caso "Volkswagen".
In realtá, l'infrazione rilevata, ad oggi, ha natura diversa.

Mentre per il gruppo Volkswagen si trattava di condotta fraudolenta, associata all'utilizzo di un "software" che riduceva le emissioni in fase di test, rendendo accettabili motori che poi nel normale utilizzo non rispettavano i requisiti normativi, il caso Fiat Chrysler riguarda la mancata comunicazione delle nuove caratteristiche del "software" di regolazione delle emissioni in fase di omologazione dei motori, che deve essere rinnovata ogni anno.

Questa irregolarità era stata già rilevata da qualche tempo, ma Fiat Chrysler non è ancora riuscita a convincere l'EPA circa la propria buona fede. L'attuale capo dell'EPA, in scadenza di mandato con l'Amministrazione Obama, non ha dunque potuto chiudere il "dossier" e ne ha dato pubblica notizia. L'intervento del Dipartimento di Giustizia è in questo caso atto dovuto.

Cosa accadrà ora?

Fiat Chrysler dovrà dar conto del proprio operato al nuovo Responsabile dell'EPA, nominato da Donald Trump, apparentemente meno severo nell'applicazione delle norme anti-inquinamento. Nel migliore dei casi, Fiat Chrysler se la caverà con una multa di poche centinaia di milioni dollari, facilmente assorbibili dal bilancio corrente. Nel peggiore dei casi, si troverebbe a pagare la multa alle autorità, a risarcire i danni ai clienti e forse anche a dover procedere al ritiro dei modelli in questione. L'onere si aggirerebbe a 2 o 3 miliardi di dollari e, visto il non trascurabile indebitamento del gruppo, potrebbe essere più difficile da digerire.

Le vie d'uscita peraltro non mancano e vanno dall'anticipazione della vendita di una o più divisioni fino all'avvio di una partnership strategica su alcune aree produttive o addirittura all'aggrgazione con un altro gruppo, non necessariamente automobilistico.
Quindi, a fronte della maggiore volatilità collegata al flusso di notizie non afferenti all'attività caratteristica di Fiat Chrysler (che può anche essere fonte di opportunità), va rilevato che la discesa del prezzo sotto ai 9€ valorizza già quasi totalmente l'ipotesi di esito più sfavorevole.

La nostra gestione terrà conto di tutti questi fattori e delle altre svariate implicazioni commerciali e produttive per Fiat Chrysler, senza peraltro perdere di vista la capacità del gruppo di conseguire gli obiettivi di risultato economico prefissati.

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