11/08/2017

Grecia: com'è stato il ritorno sui mercati?

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La Grecia ha fatto ritorno sul mercato del debito emettendo nuovi bond per la prima volta dal 2014.  La scorsa settimana, il governo di Atene ha collocato circa €3 miliardi di titoli (a fronte di una richiesta di €6,5 miliardi) a scadenza quinquennale con rendimento al di sotto delle attese (4,62%). Ripercorriamo le tappe fondamentali che hanno condotto la Grecia ad ottenere questa nuova iniezione di fiducia sui mercati.    

Il 5 luglio 2015, la Grecia era piombata sotto l'attenzione mediatica quando i suoi elettori furono chiamati alle urne per accettare o rifiutare le proposte di ristrutturazione del debito greco avanzate dalla Commissione Europea, Banca Centrale Europa e Fondo Monetario Internazionale (la cosiddetta trojka).
La vittoria del NO ("Oxi") con circa il 62% dei voti aveva fatto presagire un imminente default e ritorno alla dracma (Grexit) generando un clima di assoluta incertezza sul futuro delle finanze elleniche. Pochi giorni dopo quello storico referendum, il Primo Ministro, Alexis Tsipras decise di fare retromarcia raggiungendo un'intesa storica con l'Europa per lo sblocco di un terzo pacchetto di aiuti da €86 mld (49% del PIL) subordinato all'approvazione di un nuovo piano di politiche di austerità.

Qual è stato l'andamento dei fondamentali economici in questi anni?

Le riforme strutturali adottate in questi ultimi anni hanno contribuito al graduale aggiustamento degli squilibri macroeconomici della Grecia. Se si guarda al deficit di bilancio e ai saldi di conto corrente sul PIL, si è passati da valori negativi in doppia cifra al sostanziale equilibrio nel 2016. 

Fonte: Eurostat, Bloomberg

Tuttavia, nonostante i significativi progressi sui conti fiscali e su quelli con l'estero, la definitiva ripresa della crescita economica è ancora lontana. Dal 2008 a oggi, il PIL ha subito una contrazione del 25%, mentre il debito pubblico è continuato ad aumentare, raggiungendo circa il 180 % del PIL a fine 2016.  A fine anno il tasso di crescita del PIL dovrebbe attestarsi all' 1,7%, secondo le ultime stime di Bruxelles. Il tasso di disoccupazione è ancora il più alto d'Europa (21,7% ad aprile 2017), in miglioramento rispetto ai massimi di settembre 2013 (27,9%) ma distante anni luce dai valori pre-crisi (7,5% a luglio 2008).
In Grecia, il 45% di tutti i prestiti bancari è ancora in condizioni di sofferenza (non-performing). Tutto ciò influisce negativamente sulla redditività delle banche greche e sulla loro capacità di fare credito alle imprese e famiglie.

Qual è stata la reazione dei mercati?

Il 2 maggio 2017 il governo greco e i creditori internazionali (BCE, Unione Europea e FMI)  hanno raggiunto un accordo sull'esborso di aiuti per €7,4 mld, come terza tranche dello schema di salvataggio da €86 mld approvato nell'estate del 2015. 
Le recenti intese e i considerevoli passi in avanti verso l'accordo sull'alleggerimento del debito ellenico a medio e lungo termine hanno generando effetti positivi sui rendimenti dei titoli greci.
Il rendimento del decennale si è più che dimezzato rispetto ai valori di febbraio 2016, passando dall' 11,35% al 5,44%.

Fonte: Bloomberg

Confrontando la struttura a termine dei rendimenti dei titoli greci (curva dei rendimenti) alla data odierna con quella di febbraio 2016 e luglio 2015, si sottolinea un evidente mutamento dell' inclinazione della curva (da negativa a positiva) con rendimenti in calo su tutte le scadenze.   

Fonte: Bloomberg

Infine, dando uno sguardo all'indice azionario principale della Borsa di Atene (Athens Stock Exchange Index), si è registrata una crescita dell'83% dai minimi di febbraio 2016, ma è ancora distante (-40%) dai valori di fine marzo 2014. 

Marco Sozzi, gestore obbligazionario di AcomeA ha voluto commentare così le scelte d'investimento effettuate e le prospettive che si profilano all'orizzonte riguardo la sostenibilità del debito ellenico.

"La sostenibilità del debito pubblico greco passa inevitabilmente sull'accordo per la riduzione dello stock di debito che potrà avvenire tramite una rinegoziazione dell'esposizione verso i creditori appartenenti al settore pubblico. Il Consiglio Direttivo della BCE ha inoltre chiarito che in futuro  esaminerà i possibili acquisti di titoli di Stato greci nell'ambito del PSPP (Programma d'acquisto dei titoli del settore pubblico), tenendo conto dei progressi compiuti nel rafforzamento della sostenibilità del debito della Grecia, nonché di altre considerazioni sulla gestione dei rischi. L'eventuale idoneità dei titoli di Stato greci all'interno del programma di QE della BCE produrrebbe un'ulteriore spinta al ribasso dei rendimenti.
Considerando però la non perfetta visibilità sui tempi e sulle modalità di questi sviluppi, abbiamo ritenuto opportuno investire in titoli a breve scadenza che al giorno d'oggi offrono comunque uno spread interessante rispetto ai titoli degli altri paesi dell'eurozona, Italia compresa".