07/10/2015

Il punto dopo il crollo del prezzo del greggio

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Di rientro da una conferenza tenutasi a Londra avente come tema di discussione l’impatto del crollo del prezzo del greggio sia a livello economico che geo-politico ecco alcuni spunti interessanti emersi durante il simposio.

Molta attenzione ha riscosso l’intervento del Presidente dell’Ente Governativo Americano per l’Energia (Energy Information Administration) che ha messo in luce 6 punti fondamentali che qui sotto andiamo a illustrare:

  1. Il crollo del prezzo del petrolio avvenuto nell’ultimo anno è imputabile principalmente a un surplus dal lato della produzione e le proiezioni attuali in possesso del Dipartimento Energetico Americano, basate sul rapporto domanda/offerta, scontano un prezzo del greggio superiore a quello attuale (45$ al barile).
  2. La produzione nell’ambito statunitense sta rallentando notevolmente ed è associata a una drastica riduzione dei costi e della componente investimenti, tale da garantire una sostenibilità dei margini operativi e dei flussi di cassa.
  3. All’interno del cartello dell’OPEC, la produzione saudita sta iniziando a rallentare così come in Iraq. Riguardo alla variabile Iran: le previsioni in merito alla capacità estrattiva di Teheran si attestano a 700.000 barili al giorno da aprile 2016, periodo nel quale saranno rimosse le sanzioni vigenti da lungo periodo. Il presidente EIA rimane convinto che il dato sia inferiore.
  4. Difficile nel breve periodo vedere una taglio alla produzione da parte dell’OPEC, in quanto servirebbe un accordo tra sauditi e russi, al momento impossibile. Con il deprezzamento del rublo e il rinforzamento della divisa statunitense la Russia può trarre solo vantaggio dal mantenimento della produzione avendo la struttura dei costi legata al rublo e i ricavi in dollari.
  5. Particolare attenzione va posta all’evolversi del corso politico in Arabia Saudita. Le forti critiche all’attuale reggenza potrebbero portare a cambi nell’attuale politica energetica. Ricordiamoci che il petrolio è l’unica fonte di ricchezza del Paese.
  6. Sulla possibilità di rimuovere il divieto di esportare il greggio da parte delle compagnie statunitensi il Presidente dell’EIA, nella fase attuale, non vede alcuna urgenza. In questo momento gli Stati Uniti esportano attraverso alcune “finestre” aperte dal Dipartimento del Commercio; poco, rispetto alla produzione totale, ma indicativo della volontà di modificare la legge vigente.

I portafogli azionari di AcomeA espressi in dollari sono ben posizionati sul settore energetico in quanto reputiamo che il mercato sottostimi le potenzialità di recupero e di crescita dei titoli al comparto energetico.