03/01/2018

Un anno di Pir: quali prospettive per il mercato italiano nel 2018?

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I Piani Individuali di Risparmio (Pir) sono stati il protagonista indiscusso dell'anno appena trascorso. Introdotti come strumento alternativo per finanziare le Pmi italiane, ruolo tradizionalmente ricoperto dalle banche, i Pir hanno sin subito attratto l’attenzione degli investitori grazie alle agevolazioni fiscali offerte.

L'interesse verso i Pir è riflesso nei numeri della raccolta nei fondi Pir-compliant durante il 2017. Stando alle ultime rilevazioni di Assogestioni a settembre 2017, la raccolta netta nei Pir da inizio anno è stata di circa 7,5 miliardi di euro. Un valore di oltre tre volte superiore alla stima iniziale di 2 miliardi all’anno fatta dal governo a febbraio 2017. 

A seguito dell’introduzione dei Pir, gli indici azionari delle small e mid cap italiane hanno sovraperformato i peers europei. Il grafico sotto riportato, mostra l'andamento nel 2017 dei principali indici europei a piccola e media capitalizzazione. Il FTSE Italia Star, che include le società ad elevati requisiti di trasparenza e di corporate governance e con capitalizzazione inferiore a 1 miliardo di euro, è l’indice che ha registrato la più alta performance da inizio anno (35,8%).
A seguire ci sono il FTSE Italia Mid Cap (+32,9%) e il FTSE Italia Small Cap (27%). Più staccati, invece, il Cac Mid 60 (+22,2%), Dax Midcap (+18,2%), Euro Stoxx Mid 60 (15,8%) e Ibex Medium Cap (+3,7%). 

 

Il rapido rally delle small e mid cap ha destato le prime preoccupazioni sul rischio di bolla dei prezzi delle Pmi. In merito a questo punto ha risposto di recente Alberto Foà a Milano Finanza, sostenendo che "la capitalizzazione delle small e mid cap rimane ancora molto contenuta rispetto a quella complessiva della Borsa Italiana"

L’avvento dei Pir ha inoltre dato stimolo alla quotazione delle Pmi sul mercato dei capitali. Nel 2017 le Ipo in Borsa Italiana sono state 33, più del doppio rispetto a un anno fa. Ci aspettiamo che questo trend possa continuare nei prossimi anni, con un importante impulso alla crescita della liquidità e della capitalizzazione di mercato delle società a piccola e media capitalizzazione.

In prospettiva, riteniamo che all'interno di questo segmento permangano delle buone opportunità di investimento anche se sarà opportuno mantenere un approccio selettivo nell'individuazione di quelle società il cui potenziale di crescita non sia del tutto riflesso nelle valutazioni. Per consolidare nel 2018 i recenti miglioramenti, sarà importante la conferma o il rafforzamento della crescita economica, di recente rivista al rialzo ma ancora al di sotto della media europea.

Uno dei settori che ha beneficiato del miglioramento macroeconomico in atto è quello bancario, principale protagonista dell'ottima performance del mercato azionario italiano, nei primi nove mesi dell’anno. A questo risultato hanno contribuito le soluzioni attuate nella gestione della crisi di quelle banche maggiormente in difficoltà, come la Banca Monte dei Paschi di Siena e le banche venete, e una maggiore incisività da parte delle stesse banche nell'affrontare il nodo dei crediti problematici.
In definitiva pur rimanendo costruttivi sulle prospettive del mercato italiano, crediamo che, eventi come, le elezioni politiche del prossimo marzo o l'inasprimento del quadro regolatorio bancario, possano rallentare temporaneamente il percorso di crescita creando le condizioni per una maggiore volatilità.