26/09/2024

Il punto della Macro Economista di AcomeA

Analisi macro Il punto della Macro Economista di AcomeA

L'analisi è a cura della Macro Economista di AcomeA SGR, Martina Daga.

I mesi estivi sono stati piuttosto caldi sui mercati, in particolare vorrei puntare i riflettori su tre eventi che reputo particolarmente rilevanti per delineare il quadro macroeconomico globale di medio – lungo termine.

Prima di tutto, il perdurare dei conflitti in Ucraina ed in Medio Oriente non fa che intensificare la frammentazione geopolitica e la ricerca di autonomia di ciascun Paese, evidente nel processo di nearshoring. Come ha detto Mario Draghi nel suo report sulla competitività, dobbiamo ora navigare in un assetto geopolitico sempre più instabile in cui dipendere da altri Paesi diventa una vulnerabilità.

In secondo luogo, con la decisione di Biden di ritirarsi dalla corsa elettorale e la decisione di Kamala Harris di candidarsi, i democratici hanno ritrovato entusiasmo e ora ci troviamo di fronte a un’elezione competitiva e tutt’altro che scontata, ad oggi i sondaggi danno Harris in leggero vantaggio.
Chiunque sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti, sembra non esserci intenzione di ridurre il largo deficit fiscale, anche se l'allocazione delle risorse potrebbe essere molto diversa, Harris ha chiarito che il suo modello economico sarà maggiormente concentrato sulla classe media e sulle piccole e medie imprese.
La politica di Trump di deregolamentazione potrebbe favorire maggiormente determinati settori, come quello bancario e quello energetico. Infine, in termini di politica estera, la posizione di Trump è molto chiara: tariffe alle importazioni, molto aggressive sulla Cina, blocco all’immigrazione non regolare e fine del conflitto in Ucraina.
Per quanto riguarda la politica estera della Harris invece i punti sono meno chiari, non ha chiarito la sua posizione sulle tariffe imposte da Trump, ma mantenute dall’attuale amministrazione, inoltre il suo consulente di sicurezza nazionale è scettico relativamente al conflitto politico US – Cina.
Harris è stata fin da subito chiara sul supporto agli alleati ed alle organizzazioni internazionali, in linea con l'atteggiamento dell'attuale amministrazione.  
Di fronte ad un rinnovato slancio della competizione in US, in Eurozona due Paesi trainanti dell’iniziativa politica vedono ora i loro governi particolarmente indeboliti. In Francia si è evitato un governo di estrema destra o estrema sinistra, ma il compromesso politico potrebbe creare una situazione di stallo. In Germania la coalizione guidata da Scholz ha perso supporto, evidente con l’esito delle ultime elezioni regionali. Questo in un momento in cui l’Eurozona avrebbe bisogno di coesione e di decise azioni politiche per riprendere slancio economico.

Infine, lo scenario macroeconomico è stato interessato in questi ultimi mesi dallo spostamento dell’attenzione dai dati di inflazione, che confermano il rallentamento ed il ritorno verso il target delle banche centrali, alla crescita economica, ed in particolare negli Stati Uniti all’indebolimento del mercato del lavoro.
Le banche centrali si sono spostate verso una "stance più dovish", ovvero una preferenza per tassi d'interesse bassi e politiche che incoraggiano la crescita economica. Infatti, molte banche di mercati sviluppati hanno iniziato il ciclo dei tagli.
Anche la Fed ha iniziato con un primo taglio piuttosto aggressivo, da 50 bp, chiarendo che lo scenario base rimane di soft landing, e che per il momento l'economia statunitense sia in un'ottima posizione, con l'inflazione che si sta stabilizzando ed il mercato del lavoro che rimane solido, ma non più surriscaldato, ed escludendo per il momento uno scenario recessivo.
Un allentamento della politica monetaria, se accompagnato da una solida crescita economica dovrebbe favorire principalmente gli asset di rischio.
Tra le principali banche centrali, la Bank of Japan si sta muovendo invece nella direzione opposta, dopo l'allentamento della politica di yield curve control, sta segnalando al mercato l’intenzione di uscire dalla politica monetaria estremamente accomodante degli ultimi anni.

Durante gli ultimi mesi il mercato ha prestato particolare attenzione ai dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti, la debolezza finora dimostrata è trainata principalmente da un calo della domanda di lavoratori, evidente in minori assunzioni e minori nuove offerte, ma non in licenziamenti da parte delle società.
Per ora i dati sulle attività economiche continuano a mostrare una certa resilienza, evidente anche più recentemente nei dati relativi alla produzione industriale e alle vendite al dettaglio. I dati relativi alla crescita economica negli Stati Uniti continueranno ad essere osservati speciali dal mercato nei prossimi mesi, per discernere se l’indebolimento del mercato del lavoro in US sia consistente con uno scenario di soft landing o continui ad aggravarsi e si traduca in una recessione.

Per quanto riguarda invece l’economia cinese, per il momento non si vede nei dati una ripresa economica, e nemmeno un miglioramento del sentiment, e questo ha portato molti analisti a rivedere al ribasso le stime di crescita per questo anno.