28/10/2013

Si può credere ancora nei bond portoghesi?

AcomeA Performance Si può credere ancora nei bond portoghesi?

È stato riassorbito per oltre il 70% il peggioramento dello spread tra Italia e Portogallo, che era stato causato dalla crisi politica interna (ne avevamo parlato in Portogallo: rischio o opportunità e in Portogallo: rischio o opportunità (approfondimento)). Ci chiediamo in questi giorni se valga la pena di mantenere ancora la posizione.

Spreat POR-ITA

Notiamo innanzitutto che la situazione del Portogallo è in progressivo, benché lento, miglioramento, come per altro ci si può aspettare da un paese che è soggetto a stringenti misure di austerità: dopo dieci trimestri di contrazione dell’economia, il PIL ha evidenziato il primo segnale di crescita nel 2° trimestre dell’anno, causato da un miglioramento delle esportazioni, che hanno nel contempo migliorato il saldo della bilancia commerciale. Anche la recente analisi della BCE sulla competitività dei paesi membri dell’Unione Europea è di buon auspicio per una ripresa dell’attività industriale; questa indagine pare confermata dal progresso dell’indice di fiducia aggregato di consumatori ed imprenditori che, benché ancora in territorio negativo, è sui livelli più alti dalla metà del 2011. Tra due giorni vedremo se i dati sulla fiducia, sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale avvaloreranno questo quadro.

Ci sono almeno due fattori cui prestare attenzione, il primo dei quali riguarda l’imprevedibile tenuta del governo e della coesione sociale (ricordiamo che alle recenti elezioni locali l'astensionismo ha raggiunto il 41,2 %); nel contempo anche nuovi pronunciamenti della corte costituzionale contro alcune misure di austerity potrebbero rendere agitato il progresso nella via del risanamento dei conti pubblici. La seconda questione, riguarda l’accesso al mercato dei capitali: nella situazione attuale, infatti, i mercati non paiono inclini a sottoscrivere il debito portoghese a tassi che siano soddisfacenti anche per il paese, mentre tra pochi mesi (nel maggio dell’anno venturo) scade il programma della c.d. Troika (UE, BCE, FMI). Si susseguono da qualche mese varie voci di mercato secondo le quali il Fondo Monetario potrebbe disimpegnarsi dall’accordare un nuovo finanziamento, tuttavia si ritiene che le necessità finanziarie del Portogallo potrebbero essere soddisfatte dall’ESM attraverso il programma detto ECCL (Enhanced Conditional Credit Line, vedere qui), riservato (tra l’altro) ai paesi non in regola con i parametri del “patto di stabilità e crescita” e privi della possibilità di accesso al mercato dei capitali.

Benchè, come detto lo spread verso l’Italia si sia ridotto sensibilmente, riteniamo che valga ancora la pena detenere posizioni sul Paese, in considerazione della fiducia che poniamo sia nella capacità del paese di proseguire nell’attuale percorso di risanamento dell’economia, sia nel sostegno delle autorità politico-monetarie europee. Tuttavia, qualora dovesse proseguire tale trend di restringimento dello spread, provvederemo a prendere profitto sulle posizioni acquistate nei mesi scorsi, poichè i margini per eventuali sorprese poco positive si stanno riducendo.

Pubblicato il 28/10/13

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