01/10/2013

Crisi di governo e rating: effetti sulle banche.

AcomeA Eurobbligazionario Crisi di governo e rating: effetti sulle banche.

I mercati finanziari, sia azionari, sia obbligazionari, paiono aver retto bene ai problemi del governo italiano, benché possa essere prematuro dire che il pericolo sia scampato: come insegna ciò che è accaduto un Portogallo, i mercati tolgono rapidamente la fiducia e la restituiscono poco a poco. 
Una complicazione aggiuntiva dall’instabilità politica potrebbe giungere da un eventuale downgrade. 
I rating attuali del debito italiano sono Baa2 per Moody’s, BBB per S&P,  BBB+ per Fitch e AL per DBRS (corrisponde ad A- per le altre agenzie). 
Tutte le agenzie presentano un outlook negativo, ovvero un orientamento ad una diminuzione del giudizio sul merito di credito, a causa dell’instabilità politica che potrebbe mettere a repentaglio la prosecuzione del risanamento fiscale. E’ importante considerare che l’eventuale revisione al ribasso del rating da parte di DBRS renderebbe più gravoso per le banche il finanziamento presso la Banca Centrale Europea, che avviene mediante consegna di titoli in garanzia (soprattutto BTP).

Il finanziamento viene in generale concesso per un importo inferiore al valore del titolo (si parla di “haircut”)
 e tale scarto dipende dalla scadenza del titolo consegnato e dal rating. Le regole attuali della BCE definiscono l’haircut in base al migliore dei rating delle quattro agenzie autorizzate (e citate inizialmente) e l’Italia ricade pertanto nella prima fascia (da AAA ad A-) unicamente grazie all’agenzia DBRS. 
Un downgrade di quest’ultima  porterebbe i BTP nella fascia delle BBB, dove gli scarti, in corrispondenza di ogni scadenza, sono assai più elevati. Le regole attuali, per esempio vedono per titoli con scadenza fino a un anno uno sconto dello 0.5% per titoli della prima fascia ed uno sconto del 5.5% per quelli della seconda fascia.

 

pubblicato il 1 ottobre 2013

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