13/07/2018

AIM Italia: un'ottima annata per le small cap italiane

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Il mercato finanziario italiano sta vivendo un'annata particolare. Nei primi cinque mesi, l’indice principale (FTSE Mib) aveva guadagnato oltre il 12%, classificandosi tra i migliori in Europa. Negli ultimi due mesi, invece, il crescere dei timori legati alla nuova compagine di governo ha eroso interamente il vantaggio accumulato fino a quel momento.

A subire il colpo più duro sono stati inevitabilmente i titoli legati al settore finanziario e le banche che mostrano una significativa esposizione al debito del Paese. Sempre in tema di banche italiane, ha influito negativamente la decisione di rinviare all’estate 2019 l’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE. Sul piano macroeconomico globale pesano le incertezze relative alla guerra dei dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina che potrebbe coinvolgere anche l’Europa, andando a penalizzare in modo particolare i settori ciclici come auto e beni di lusso. 

A rimanere immuni dal contagio fino ad ora sono stati i titoli del settore oil&gas grazie all’impennata del prezzo del greggio, +20% negli ultimi due mesi. Ma non solo… Le piccole realtà imprenditoriali quotate sul mercato AIM di Borsa Italiana sono state le vere rivelazioni dell’anno a Piazza Affari, ottenendo le migliori performance nel confronto con gli altri panieri nazionali.

 

 

Come fa notare Giacomo Tilotta, Responsabile azionario Italia e Europa di AcomeA SGR, esistono principalmente due motivi che hanno sostenuto l’ascesa delle micro e small cap italiane in questa prima parte del 2018.

In primis, le performance positive del segmento AIM riflettono la quasi totale assenza di titoli finanziari e del settore delle telecomunicazioni, a differenza del mercato tradizionale delle big cap. Il secondo è di natura puramente tecnica e tiene conto della composizione dell'azionariato delle small cap italiane. Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di società a “controllo familiare”, basso flottante e con elevata presenza di investitori nazionali. Questo genera solitamente una minore sensibilità dei titoli alle vicende e notizie politiche del Paese.

 

Le prospettive del mercato AIM e il posizionamento strategico dei nostri fondi

Il mercato AIM di Borsa Italiana è in netta crescita e lo si evince dal numero di IPO negli ultimi anni. Il 2017, anno che coincide con la nascita dei Piani individuali di risparmio, ha visto raddoppiare il numero di IPO del mercato AIM rispetto all’anno prima. Il 2018 è iniziato bene confermando il trend dell’anno precedente. Per quanto riguarda le dinamiche settoriali, ad emergere con particolare evidenza sono le nuove realtà del settore industriale e tecnologico.

 

Molte storie di successo quotate sull’AIM stanno via via conquistando mercati di nicchia e mostrano marginalità elevate e valutazioni interessanti, come rivela Tilotta.

La Grifal, ad esempio, società attiva nel mercato del packaging innovativo ed eco-sostenibile, oppure Energica Motor Company, costruttore di moto elettriche supersportive.

Una rilevante esposizione verso le società quotate sull’AIM di Borsa Italiana è presente all’interno dei nostri fondi PIR-compliant, AcomeA Italia e AcomeA Patrimonio Esente.

Dando uno sguardo all’asset allocation del fondo AcomeA Patrimonio Esente, il 30% del patrimonio è oggi investito prevalentemente in azioni di small e micro cap italiane.

Rispetto al limite massimo del 40% investibile in azioni, abbiamo deciso quindi di mantenere uno spazio di manovra necesario per consentirci di cogliere le opportunità che si presentano sul mercato.

Secondo il nostro parere le prospettive del mercato AIM sono molto interessanti. Rimaniamo fiduciosi e costruttivi assumendo un’ottica selettiva verso quei titoli che mostrano valutazioni attraenti e importanti potenziali di crescita.

Vale la pena ricordare che la normativa PIR dà anche la possibilità di destinare fino a un massimo del 30% del portafoglio in titoli non strettamente legati al mercato domestico. Opportunità che oggi viene sfruttata prevalentemente attraverso investimenti in bond di economie emergenti, che possono offrire una migliore diversificazione di portafoglio.