30/10/2012

Aiuti per le banche spagnole -Arriva la "bad bank"

AcomeA Performance Aiuti per le banche spagnole -Arriva la "bad bank"

 

Il governo spagnolo ha reso pubblici (http://goo.gl/U4a4Z) alcuni dettagli della Società che avrà il compito di contribuire alla ristrutturazione del sistema bancario spagnolo, di cui avevamo parlato il mese scorso (vedi http://goo.gl/NHM40). La società si chiama SAREB (Sociedad de Gestión de Activos Procedentes de la Reestructuración Bancaria) e funzionerà secondo il modello della “bad bank”, ovvero di una società che acquista dalle banche le attività in cattive condizioni a prezzo (molto) scontato e, avvantaggiandosi anche di regole contabili che per esempio la dispensano dal valutare a valori di mercato gli asset stessi, gestisce tale patrimonio in modo tale da rivenderlo in modo diluito nel tempo e (auspicabilmente) realizzare profitti quantificati in un ROE nell’ordine del 14-15%. Nonostante si utilizzi in gergo il nome di “bad bank”, questo veicolo non avrà licenza bancaria e non potrà dunque finanziare gli acquirenti dei propri asset, che dovranno pertanto eventualmente rivolgersi ad altre banche.

Il SAREB avrà una durata prevista di 15 anni ed il capitale sarà formato da mezzi propri per l’8% e per il resto da debito. Il capitale azionario sarà sottoscritto in misura inferiore al 50% dal FROB, il fondo governativo per la ristrutturazione bancaria, al fine di evitare (formalmente) il consolidamento del veicolo nei conti pubblici e per il resto sarà sottoscritto da investitori privati, che, in mancanza di alternative, potrebbero essere costituiti dalle banche spagnole che si trovano in migliori condizioni, eventualmente dietro moral suasion da parte del governo. Una parte dei mezzi propri potrebbe inoltre essere rappresentata da titoli ibridi. Il rimanente 92% del capitale sarà costituito da debito senior provvisto di una garanzia governativa: tale debito potrà quindi essere finanziato presso la BCE, che quindi sarà il vero finanziatore di tutto lo schema. La durata di 15 anni è ritenuta sufficiente a realizzare vendite non forzate, o comunque a prezzi superiori a quelli di acquisto.

Il SAREB, dunque, acquisterà attività deteriorate dalle banche, in primo luogo da quelle già “nazionalizzate” (appartenenti al gruppo 1 del Memorandum Of Understanding http://goo.gl/NHM40) e successivamente da quelle appartenenti al gruppo 2 (che riceveranno necessariamente aiuti governativi). Le banche cedenti gli attivi ricevono in cambio, come detto, debito del SAREB garantito dal governo spagnolo. È previsto che il SAREB non superi la dimensione di 90 miliardi di attivo e che possa acquistare in futuro anche prestiti deteriorati alle piccole-medie imprese e mutui ipotecari; in base ai primi calcoli, con gli acquisti dalle banche appartenenti ai gruppi 1 e 2 (previsti rispettivamente per il prossimo dicembre e per il primo trimestre dell’anno venturo), il SAREB raggiungerà un attivo di circa 50 miliardi (al netto delle svalutazioni evidenziate). L’acquisto avverrà a prezzi assai bassi (lo sconto medio sarà intorno al 45% per i prestiti ai c.d. developers (imprese attive nello sviluppo di terreni edificabili e di immobili da ristrutturare) ed al 63% per gli immobili espropriati a seguito di pignoramento. Come effetto collaterale, alcuni analisti temono che qualora queste valutazioni dovessero essere applicate agli attivi delle banche attualmente non in difficoltà, potrebbero essere necessarie per esse ulteriori svalutazioni, perché gli accantonamenti finora effettuati sono inferiori agli sconti indicati.

Si prevede che il SAREB possa ripartire gli attivi in fondi diversi (come i veicoli utilizzati per le cartolarizzazioni), al fine di ottenere tranche con diversi profili di rischio/rendimento, che possano poi essere meglio proposte agli investitori privati.

Occorre notare che questo schema di ristrutturazione e finanziamento (di provenienza BCE) da massimo 90 miliardi di euro si aggiunge alla linea di credito di massimo 100 miliardi di euro EFSF/ESM negoziata con il Memorandum of Understanding: la linea di credito, infatti sarà “tirata” attraverso il FROB dalle banche che, oltre al deterioramento già in atto, subiranno perdite immediate a causa degli sconti (“haircut”) sugli asset tossici venduti al SAREB.