17/10/2014

Elezioni Brasile: presto per proclamare vincitori

AcomeA Paesi Emergenti Elezioni Brasile: presto per proclamare vincitori

Domenica 26 ottobre il Brasile elegerà il nuovo presidente in quelle che possiamo considerare le elezioni più incerte da almeno una generazione e che influiranno sul futuro assetto economico del Paese.

 Elezioni Brasile

Per capire come le prossime elezioni possano impattare sul futuro dell’economia brasiliana è necessario fare un update sull’attuale situazione macroeconomica. L’economia brasiliana, nei tre anni di governo Rousseff, ha sperimentato un incremento medio del Pil pari al 2,1%, con una crescita stimata per 2014 praticamente piatta e un’inflazione in ascesa al 6,75%, ben oltre il target della Banca Centrale (4,5%).

Questi numeri sono ben lontani dai tassi di crescita del recente passato (+7,59% nel 2010) ed è quindi facile capire la delusione dei cittadini brasiliani nonostante un tasso di disoccupazione ai minimi dagli anni ‘90.

Il presidente attuale, Dilma Rousseff, delfino del’ex presidente Lula, si è difesa incolpando il rallentamento della crescita globale e il crollo delle materie prime di cui il Paese è esportatore. La presidente in carica ha anche fatto leva sui benefici sociali ottenuti dai cittadini nell’ultimo decenennio che potrebbero, a suo parere, essere a repentaglio qualora il candidato del centro destra, Neves, dovesse risultare vincitore.

D’altro canto Neves, precedente governatore dello stato di Minas Gerais, ha una ricetta di crescita del tutto diversa da quella più socialista di Rousseff: puntare al rilancio economico attraverso una minor presenza dello Stato nell’economia, in particolare nel settore bancario, un rilancio degli investimenti, ancora bassi se paragonati a quelli degli altri paesi (appena il 18% del Pil), tagli agli sprechi della spesa pubblica e della politica, nuovi accordi commerciali, semplificazione della tassazione e una riduzione del tasso di inflazione. Il suo programma è quindi molto business oriented ed è facile capire il perché del rally del mercato ogni qual volta i sondaggi lo vedono come vincitore.

Tuttavia, allo stato attuale  delle cose, l’esito delle elezioni è ancora molto incerto: il punto focale è che Rousseff ha dalla sua parte quell’ampia fetta della popolazione (soprattutto nel Nord Est del Paese) ancora molto grata alle politiche di welfare del suo partito, che hanno sostanzialmente fatto uscire dalla poverta un quarto della popolazione brasiliana, e che vede in Neves una possibile minaccia al benessere economico raggiunto.

Troppo presto dunque per proclamare vincitori. In un caso o nell’altro è importante non farsi cogliere dall’euforia nel caso di vittoria di Neves o dallo sconforto nel caso di vittoria di Rousseff: se da un lato infatti i cambiamenti richiesti dal Paese richiederanno probabilmente mesi con una crescita che nel breve potrebbe risentirne (con il rischio sempre presente di non mantenere le promesse elettorali), dall’altro un’eventuale rielezione di Dilma non rappresenterebbe una scenario apocalittico così come non lo è stata l’elezione di Lula del 2002.

Il nostro posizionamento sul Brasile è conservativo, con un peso di portafoglio nell’intorno del 6% circa, ma cercheremo di gestire la volatilità che probabilmente si manifesterà nelle prossime settimane cercando di cogliere opportunità che eventualmente si dovessero presentare.

 

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