24/03/2014
Paesi emergenti: qualcosa sta cambiando?
AcomeA Paesi EmergentiNel corso dell’ultimo mese abbiamo preso una decisione importante nella gestione del fondo AcomeA Paesi Emergenti. Chi ci segue da qualche tempo sa che il nostro atteggiamento nei confronti di questa asset class è stato, da almeno 3 anni a questa parte, decisamente prudenziale con un livello di investimento in azioni che è oscillato tra il 70% e il 75%. Le ragioni di questa scelta erano da ricercare prevalentemente nel livello di valutazioni che non rappresentavano adeguatamente il profilo di rischio rendimento di questi paesi. Ex post il posizionamento si è rilevato corretto ed il fondo, nell’ultimo triennio, è riuscito a limitare le perdite di mercato vincendo nel 2014 anche il Premio Alto Rendimento come migliore fondo azionario italiano di categoria nell’ultimo triennio. All’interno del vasto universo dei mercati emergenti le performance sono state tuttavia parecchio divergenti come si evince osservando la seguente tabella:
Da un lato troviamo infatti mercati con performance a doppia cifra (in primis Sud Africa e Indonesia) e dall’altro paesi che hanno particolarmente sofferto come Cina (-25%), Brasile (-30%) e Russia (-27%). Se a queste performance aggiungiamo l’andamento valutario, il quadro, per mercati come quello brasiliano, si fa ancora più pesante.
La discesa dei mercati è stata accompagnata da un marcato rallentamento della crescita economica e implicitamente ci mostra come il mercato abbia punito quei paesi le cui aspettative di crescita implicite nei prezzi erano troppo ottimistiche.
A seguito della correzione tuttavia la situazione è, almeno per alcuni paesi, decisamente cambiata:
Come si nota, mentre alcuni mercati rimangono piuttosto cari, altri offrono profili di rischio-rendimento decisamente più interessanti. A contribuire al declino delle valutazioni, infatti, non è stata solo la discesa dei prezzi ma anche il fatto che la crescita degli utili, seppur inferiore alle attese, sia rimasta pur sempre in territorio positivo. Per fare un esempio, il mercato cinese, che fino al 2009 trattava a oltre 20 volte gli utili, oggi viene pagato appena 6,8 gli stessi, con una crescita cumulata degli utili che, nel triennio considerato, si è attestata nell’ intorno del 40%.
Come gestori contrarian value, mentre in passato avevamo difficoltà a trovare investimenti interessanti, oggi, a questi livelli di prezzi, le occasioni stanno aumentando. Abbiamo dunque deciso di incrementare la componente azionaria del fondo, portandola nell’intorno dell’83% circa. In particolare nel corso del mese abbiamo acquistato titoli bancari cinesi e sempre nello stesso mercato abbiamo inserito tre nuovi titoli legati al settore delle telecomunicazioni e uno appartenente al settore cementifero. Abbiamo inoltre acquistato nuovi titoli russi (Mosenergo, X-5 e VTB Bank) e accresciuto, in misura minore, la nostra esposizione al mercato brasiliano.
A livello di strategia quindi il fondo risulta oggi più investito rispetto al passato ma continua a discostarsi decisamente dal posizionamento del benchmark. Siamo, infatti, decisamente sottopesati sul mercato indiano, taiwanese e sud africano, sovrapesati sul mercato greco e cinese mentre abbiamo mantenuto la neutralità sul mercato malese. A livello settoriale continuiamo a essere in deciso sottopeso sui titoli finanziari.
Nel portafoglio sono anche presenti importanti investimenti obbligazionari, concentrati principalmente sul Sud Africa e sul Brasile, di cui apprezziamo il connubio tra quotazioni valutarie vicine ai minimi storici, rendimenti di oltre il 10% e situazione debitoria non particolarmente preoccupante per investitori di lungo periodo come noi di AcomeA.
Guarda la composizione del fondo AcomeA Paesi emergenti.