09/06/2014

Mercati Emergenti: Il punto della situazione

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Maggio è stato un mese positivo per i mercati emergenti: l’indice Ftse Emerging Market Tr in Euro ha registrato infatti una performance del 5,49%, portando il totale da inizio anno al 5,8%. Questo dato è ancora più significativo se si considerà che a metà marzo l’indice perdeva oltre 6%. Il nostro fondo, date le sue caratteristiche difensive e il suo approccio contrarian value, si è difeso incrementando il suo nav del 3.17% nello scorso mese e portando il totale del 2014 al 2.69%. A pesare sulla performance relativa del fondo è stato soprattutto il marcato sottopeso di India e l’asset allocation ancora decisamente difensiva nonostante l’incremento dell’esposizione azionaria implementata nel mese di febbraio.

Cosa è successo a Maggio

L’attenzione degli investitori nello scorso mese è stata focalizzata sulle notizie politiche provenienti da diversi paesi ed in particolare dal mercato indiano. In quest’ultimo le più grandi elezioni democratiche della storia (oltre 814 milioni di persone chiamate al voto) hanno visto la schiacciante affermazione della coalizione di centro destra guidata da Narendra Modi che si assicurano così 336 seggi su un totale di 543, formando così la più grande coalizione di governo dal 1984.  Il mercato indiano, già vicino ai massimi storici, ha rotto ogni record salendo di oltre il 15% in euro nel corso del mese sulle aspettative che un governo stabile e riformista possa rilanciare la crescita economica e attrarre investimenti esteri. In Cina la crescita del Pil nel primo trimestre è scesa al 7.4%, inferiore al 7.7% del trimestre precedente ma superiore alle attese degli economisti. Il Cpi è sceso al 1.8% mentre l’indice Pmi elaborato da Hsbc è salito oltre le attese dando un primo segnale di stabilizzazione della crescita. Nel mentre, il governo cinese ha adottato alcune misure a favore del settore immobiliare e delle piccole e medie imprese mentre il mercato ha rumoreggiato su possibili misure accomodanti della banca centrale cinese come un possibile taglio del RRR. La Thailandia ha visto il 32° golpe nella sua storia con i militari che hanno preso il potere a seguito dei falliti tentativi di negoziazione tra i due principali partiti  del paese dopo mesi di stallo che hanno  bruscamente frenato la crescita economica, con il Pil in contrazione del 2.1% t/t e 0.6% a/a.  Il mercato non sembra essere stato scosso da questi avvenimenti con l’indice tailandese che rimane uno dei migliori da inizio anno segnalando come in questi casi la stabilità (più che la democrazia) sia la qualità ricercata dagli investitori. Altrove, in Sud Africa il prolungato sciopero dei minatori del settore del platino comincia ad avere i suoi effetti su una economia già di per se in rallentamento, con il Pil che nel 1 trimestre a +1.6% contro il +2% del trimestre precedente. Anche la Russia ha visto la sua crescita rallentare (+0.9% nel 1° trimestre contro  il 2% dell’ultimo quarto del 2013) con le vendite al dettaglio e i salari reali in brusca frenata. Infine negativi anche i dati macro del Brasile che hanno visto la crescita del Pil ad appena l’1.9% nel primo trimestre ma con il tasso di disoccupazione di nuovo sotto il 5% e un inflazione sopra il 6%. Anche in questo caso a guidare l’andamento borsistico sono più i sondaggi che vedono il presidente uscente Dilma Roussseff in costante calo di consensi (una notizia positiva per il mercato) che i dati provenienti dall’economia reale.

Posizionamento

Nel corso del mese il fondo ha mantenuto il suo posizionamento strategico: marcato sottopeso di India, Sud Africa e Indonesia che hanno pesato, come detto, sulle performance relative del fondo. Il nostro stile di gestione (contrarian value) infatti ci porta a ricercare quei mercati e quei titoli tralasciati dagli altri investitori ma le cui valutazioni offrono un profilo di rischio rendimento attrattivo, fattori che al momento ci portano ad escludere i succitati mercati le cui valutazioni sono  a nostro avviso particolarmente impegnative (oltre 19x gli utili trailing). Al contrario abbiamo acquistato alcuni nuovi titoli cinesi mentre abbiamo preso un po di profitto su Russia e Brasile. Sulla Cina continuiamo ad essere positivi viste le valutazione estremamente attraenti, la circostanza che al momento escludiamo un hard landing del paese ed al fatto che a nostro avviso il governo cinese interverrà nel caso in cui la crescita dovesse ulteriormente rallentare. Non bisogna infatti dimenticare che una parte del rallentamento della crescita della Cina è voluto dal governo che sta cercando di modicare il modello di crescita orientandolo di più verso la domanda interna e riformando settori cruciali del paese esponendosi a rischi del breve ma che daranno i suoi frutti, se realizzati, nel medio periodo, orizzonte temporale sui cui basiamo le nostre scelte di investimento.

 

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