14/05/2018

Mercato italiano: banche ed energetici trainano le performance

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Nonostante la prolungata fase di stallo politico e le incognite relative al contesto macroeconomico, da inizio anno la Borsa Italiana è stata tra le migliori a livello europeo. L’indice FTSE Mib ha guadagnato oltre l’11%, mentre il paniere principale europeo (Eurostoxx 50) viaggia a quota 1,5% da inizio anno. 

A trainare questa volta le performance del mercato italiano, non è stato l’universo delle small-cap e mid-cap, ma i titoli di aziende a maggiore capitalizzazione. I motivi che hanno condotto a questa sovraperformance delle large cap italiane sono da attribuire principalmente alle recenti dinamiche che riguardano il settore finanziario ed energetico.

Npl, prezzo del petrolio e non solo. Le banche italiane iniziano a mostrare i muscoli dinanzi agli occhi degli investitori: la qualità degli asset è nettamente migliorata, come dimostrano i dati della Commissione Europea sui non-performing loans (NPL) dell'eurozona.

Il grafico in basso mostra la recente riduzione delle sofferenze bancarie dai livelli massimi del 2015/2016. 

Evoluzione NPL banche italiane: diminuiscono tra il 2017 e il 2018

Fonte: Intermonte SIM

 

In Europa, l’Italia è il paese che registra la diminuzione più netta nel rapporto tra NPL e impieghi delle banche, portandolo dal 16% del 2017 al 12,1% di oggi. A smuovere le acque è stata una migliore execution nella gestione dei crediti deteriorati da parte delle banche italiane. Un segnale di fiducia al mercato è stato inviato da Intesa Sanpaolo con l’operazione di cessione per 10,8 miliardi di euro (al 29% del valore nominale) delle sofferenze e della piattaforma gestionale.

A dare invece nuova linfa al settore energetico ci ha pensato il recente rialzo del prezzo del petrolio, sulla scia delle crescenti incertezze geopolitiche in Medio Oriente. Sorprese positive giungono anche dalle trimestrali delle società legate al comparto che testimoniano progressi in termini di contenimento ed efficientamento dei costi operativi.

Uno sguardo al portafoglio

Nel fondo AcomeA Patrimonio Esente, portafoglio di tipo flessibile che offre le agevolazioni fiscali previste dalla normativa sui Piani Individuali di Risparmio (PIR), l’esposizione verso l’equity si mantiene intorno al 30%, un livello che ci consente di conservare un sufficiente spazio di azione (il limite è del 40%) in caso di flessione del mercato.

"La nostra view sull’azionario italiano rimane comunque costruttiva nel medio lungo periodo e continuiamo a intravedere opportunità anche all’interno dell’universo small e mid cap laddove le valutazioni non riflettano ampiamente i potenziali di crescita. In prospettiva, alcune sorprese positive potrebbero scaturire dai titoli delle società più votate all’export, che potrebbero beneficiare dell’attuale fase di apprezzamento del biglietto verde sull’euro", commenta il gestore Giacomo Tilotta.

Per quanto riguarda la parte obbligazionaria del portafoglio, secondo il gestore Marco Sozzi "i rendimenti attualmente offerti dalle obbligazioni italiane (sia governative sia corporate) non riflettono del tutto le incognite del paese e pertanto preferiamo mantenere un approccio prudente. In questo mercato, ci indirizziamo verso titoli aventi una duration contenuta, sufficientemente liquidi e che offrano tassi di interesse non negativi". Infine, quanto alla parte libera dai vincoli di investimento dei PIR, questa è rappresentata principalmente da obbligazioni corporate russe (ne parliamo qui) e da banche turche che ricadono sotto il diretto controllo dello stato.