Commissioni di performance


Per loro natura, e per una regolamentazione non perfetta, rappresentano uno dei costi più variabili e potenzialmente lesivi (se applicate in modo iniquo) per i rendimenti dei risparmiatori.

Si tratta di un costo previsto a discrezione della SGR, e viene percepito quando la gestione del fondo ottiene performance positive (nel caso dei fondi flessibili) o al di sopra di un benchmark prestabilito. Lo scopo della commissione è incentivare la corretta e buona gestione del fondo, allineando gli interessi del gestore e del cliente.

Purtroppo però non tutte le commissioni di performance sono calcolate in modo “equo”, per questo è molto importante conoscere:

  • la periodicità con cui vengono calcolate e prelevate le commissioni di incentivo: in quanto una maggiore frequenza può essere negativa per il risparmiatore.
  • il metodo di calcolo: si tratta del metodo dell’High-Water Mark (più equo per il risparmiatore) o esiste invece un periodo in cui viene "resettata"la performance del fondo?
  • Le SGR che utilizzano l’high-water mark richiedono la commissione al cliente solo quando il valore del fondo supera i massimi assoluti (o rispetto al Benchmark): l'investitore paga per le performance una sola volta nella vita dell'investimento.



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Facciamo una premessa: Banca d’Italia impone a tutti i fondi di diritto italiano di calcolare e prelevare la commissione di performance su un arco temporale non inferiore ai 12 mesi, ma non impone un metodo di calcolo.
Al contrario, in altri paesi europei, come Lussemburgo e Irlanda, l’autorità di vigilanza locale permette di calcolarle ed incassarle ogni tre mesi o addirittura mensilmente. In questo modo, cioè con il reset inferiore all’anno, l’investitore può cadere nel paradosso di pagare in un anno più volte le commissioni di performance anche quando alla fine non ha guadagnato nulla (paradossalmente anche quando la performance del fondo è negativa).
Quindi maggiore è la frequenza con cui avviene questo “reset” minore sarà la tutela nei confronti del risparmiatore. Al contrario, se la frequenza è più bassa è improbabile dover ripagare commissioni per guadagni già ottenuti.

 

Il modo migliore di calcolare le commissioni di performance, che allinea gli interessi dell’investitore e della SGR, è il cosiddetto metodo dell’high-water mark senza reset. Con L'high-water mark senza reset (che tradotto significa “livello dell’acqua alta”) l’investitore paga commissioni di performance solo quando il valore della quota del fondo (o della differenza tra performance e benchmark) supera i massimi raggiunti in tutta la sua storia.
L’high-water mark senza reset è vantaggioso per il cliente perchè:

  • Allinea perfettamente gli interessi della SGR e del cliente: il gestore percepisce la commissione di performance solo quando ha creato un nuovo extra-rendimento al cliente, e quindi ha un incentivo molto forte a impegnarsi costantemente.
  • Garantisce al cliente il pagamento della commissione solo quando il fondo guadagna nel lungo periodo.
  • Garantisce che paghino la commissione solo quei clienti che hanno effettivamente goduto della buona performance del fondo, cosa che non sempre accade.

 

Ma il più grande vantaggio di questa modalità di calcolo della commissione di performance è che il sottoscrittore del fondo non si troverà mai nella condizione di dover pagare commissioni quando l'attività di gestione non ha creato alcun valore aggiunto all’investimento.

 

Se, infatti, a un rialzo dovesse seguire una riduzione del valore del patrimonio, questi non pagherà commissioni fino a quando non sarà superato il massimo precedente. Complessivamente l’high-water mark spinge la SGR a ricercare la performance migliore nel lungo periodo.